L’amore per la Radio, per questo meraviglioso mezzo di comunicazione, per la radiotecnica è con me fin dalla nascita, eredità, certamente, trasmessami con il DNA di mio padre Lorenzo, che all’indomani della fine della guerra nel 1945 portò con sé dalla montagna la passione per le radiocomunicazioni: con la memoria ritorno piccolo e rammento i suoi racconti, di Partigiano, di quando poco più che vent’enne, ferito in combattimento alla gamba fu trasportato all’Ospedale Partigiano che era stato allestito in località di Rovegno nell’edificio della colonia elioterapica Levillà (la VIª zona dell’alta Val Trebbia in provincia di Genova, già zona liberata dall’esercito partigiano, più nota come la Repubblica Partigiana di Torriglia), dove conobbe in quell’occasione Aldo Gastaldi, il leggendario Comandante Bisagno che, nella vita civile, era impiegato come Perito Elettrotecnico all’Ansaldo San Giorgio di Sestri Ponente).
- …Lo vidi per la prima volta, mentre convalescente mi aggiravo zoppicante per l’edificio, in una stanza disadorna mentre era impegnato a decifrare un documento, era un dispaccio in codice morse ricevuto per mezzo di un collegamento radio, lo capii vedendo il grosso scatolone di ferro verniciato di nero che seppi in seguito essere una apparecchiatura radio militare di provenienza inglese ( a Rovegno era presente la missione inglese ), dalle cuffie e dal tasto, anch’esso di chiara fattura militare. Più tardi, Bisagno che come sottotenente del Genio a Chiavari, con il 15° Reggimento, era stato addetto a funzioni di marconista insieme con l’altro compagno - che appresi essere anche lui radio-telegrafista dell’esercito che all’8 Settembre del 1943 era entrato nella Resistenza - intuita che la mia curiosità era profondo desiderio di conoscere e imparare, mi fornirono i primi rudimenti di questa scienza.
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